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leggi tuttoDisturbi specifici dell’apprendimento (DSA )
DISLESSIA (con la disgrafia e discalculia costituiscono i DSA) Disturbo evolutivo specifico delle abilità scolastiche Definizione:dall' ICD 10 Disturbi in cui le modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono compromesse sin dalle fasi iniziali...
leggi tuttoADHD
ADHD: Disturbo da deficit di attenzione e impulsività, in italiano DDAI. Di seguito riportiamo la descrizione dell’ADHD nel Manuale Diagnostico Statistico che raccoglie la descrizione di comportamenti caratteristici dei disturbi mentali (DSM-5) e dei criteri...
leggi tuttoEncopresi
Descrizione dell'Encopresi nel DSM-5 Trascriviamo in corsivo una parte della trattazione del DSM-5 ( Manuale Diagnostico Statistico delle Malattie mentali ) riguardo l’encopresi. Encopresi : codice del DSM-5 307.7 e dell’ICD-10 F 98.1 Criteri diagnostici 1. Ripetuta...
leggi tuttoEnuresi secondaria
L'enuresi secondo la descrizione del DSM-5 Riportiamo in corsivo la descrizione del DSM-5 Enuresi (detta secondaria perché si manifesta dopo che il bambino ha acquisito il controllo degli sfinteri) Nel DSM-5 codice 307.6 , nel ICD-10 cod. F98.0. L'enuresi come...
leggi tuttoPrecisazione
Prima di trattare i vari disturbi
Da anni lavoriamo con i bambini che mostrano quei rallentamenti e anomalie di sviluppo conosciuti da genitori, insegnanti e tecnici della riabilitazione con i nomi scelti dalla comunità scientifica : disprassia, dislalia, dislessia, disturbo dello spettro autistico, ADHD, restrizione alimentare, oppositivo provocatorio, enuresi, encopresi etc.
Quando un bambino presenta delle problematiche e viene diagnosticato in un centro di neuropsichiatria infantile i testi usati sono:il DSM-5 ( Manuale Diagnostico statistico della malattia mentale ) e l’ICD -10 (Classificazione Internazionale dei Disturbi)
Anche noi useremo il termine disturbo che ci sembra più appropriato per questa fascia d’età. Usare invece questo termine per gravi patologie psichiatriche dell’adulto può indurre una sottovalutazione
Quindi le definizioni e i sintomi rilevati saranno quelle dell’DSM-5 ma deve essere chiaro che non ne condividiamo affatto, per esperienza clinica e impostazione teorica, le varie ipotesi eziologiche che collocano nel bambino il problema, in quanto avrebbe una alterazione neurobiologica che in realtà nessun ricercatore ha mai trovato
Inoltre è importante comprendere che la diagnosi e quindi il nome del disturbo, sono basati su una lista di comportamenti deficitari che non hanno dunque l’oggettività fornita da esami di laboratorio o strumentali.
Un andatura claudicante di un adulto ad esempio, può individuare la causa in un’artrosi dell’anca, che poi viene confermata da una radiografia.
Un bambino di 6 anni che non sa allacciarsi i bottoni della camicia o i lacci delle scarpe o scende le scale unendo i piedi ad ogni scalino, riceve una diagnosi di DISPRASSIA ma non è il risultato di esami oggettivi che individuano la causa di quel comportamento alterato. METTERE QUI UN RINVIO A ‘SINTOMI RABBIA…’.Adesso si trova in ‘LA RICERCA’ ??
leggi tuttoFattori di rischio
La nostra formazione teorica ed esperienza clinica ci hanno orientato a cercare di individuare i possibili fattori di rischio per la salute mentale nelle alterazioni delle dinamiche di rapporto non cosciente che un bambino vive dal primo anno di vita e per tutto il tempo dell’infanzia fino all’ adolescenza. Infatti riteniamo che ancora non siano sufficientemente esplorati i fattori di rischio psichico nei primi anni di vita dell’essere umano durante il quale si cominciano a formare le strutture portanti della realtà mentale di una persona.
Pensiamo infatti che la pediatria abbia raggiunto un notevolissimo livello di conoscenze per la salute del corpo ma non altrettanto per la salute mentale del bambino.
Nei riquadri a destra abbiamo individuato i momenti più importanti della relazione della madre con il bambino. E’ evidente che questo rapporto in maggior misura, riguarda la capacità della donna che diventa madre di vivere una relazione sana con il suo bambino.
Avremmo voluto dire della relazione ‘del caregiver’ con il bambino ma purtroppo da alcuni anni è molto diffusa l’indicazione (spesso la prescrizione) di attaccare al seno (senza ancora latte ) il neonato subito dopo la nascita e di continuare l’allattamento esclusivamente con latte materno. Così dunque ricade completamente sulla madre tutto l’importante primo anno di vita del bambino e relega di nuovo in un ruolo marginale il padre che in quest’ultimi anni stava iniziando a condividere più spesso con la madre l’accudimento del figlio.
Condivisione ancora più preziosa qualora la madre non sia in grado di soddisfare pienamente, in questo periodo, le richieste affettive del piccolo perciò un papà innamorato di suo figlio e munito di buon latte artificiale potrà assicurare lo stesso un sano sviluppo.
leggi tuttoIl controllo degli sfinteri
Il controllo degli sfinteri dovrebbe essere raggiunto almeno entro i tre anni in quanto non avere più il pannolino è il normale desiderio del bambino sano che vuole crescere prima possibile. Tutti i bambini sani vogliono diventare grandi, ma non è 'malato' quel...
leggi tuttoLinguaggio
Dopo i tre anni il linguaggio del bambino non deve mostrare fonemi alterati perché entriamo nelle problematiche dette DISLALIE che sono inserite nel Disturbo del linguaggio. Ce ne occuperemo più diffusamente nella sezione CURA ...
leggi tuttoMotricità fine
Partiamo dall'inizio ovvero che cos'è la motricità? La motricità è la capacità di compiere tutti i movimenti possibili con il proprio corpo. Nello specifico che cos'è la motricità fine? La motricità fine è il controllo motorio sui piccoli movimenti delle mani e delle...
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